Oddio mi vergogno
Quante di noi l’hanno pensato, detto e continuano a farlo? Ieri ho posto due domande sul gruppo “Saziare la Bulimia” sulla vergogna.
- Quale tra queste è quella che ti fa sentire i turbamenti nella pancia?
- Quella che ora senti ti appartiene?
– Vergogna di alcune emozioni: dell’avidità personale, dell’invidia, della tristezza, della sensazione di grandiosità, della rabbia;
– Vergogna del fallimento;
– Vergogna del corpo: della propria apparenza e della funzione del corpo;
– Vergogna rispetto all’autocontrollo e ai comportamenti auto-distruttivi;
– Vergogna degli abusi sessuali: sensazione di inferiorità, sensazione di non aver resistito;
– Vergogna di avere un disturbo alimentare: per il problema legato al mangiare, per auto-accuse di vanità, per timore dello stigma sociale.
Cosa significa “VERGOGNA”?
Vorrei iniziare dandovi il significato della parola “VERGOGNA” La vergogna è un’emozione sociale, secondaria, a valenza negativa, la cui manifestazione estrema può avere un impatto significativo sul benessere della persona. Essa costituisce un’emozione fondamentale nel confronto interpersonale ed è associata al timore di evocare o suscitare valutazioni negative negli altri, solitamente ritenuti superiori. La vergogna rappresenta una componente psicologica della percezione di sé come appartenente ad un basso rango sociale e si attiva nel momento in cui gli individui giudicano se stessi come imperfetti, brutti o inferiori, favorendo una bassa autostima e un senso di inferiorità ed impotenza Le emozioni più spesso trattate nella clinica dei DCA sono la vergogna e il senso di colpa, stati emotivi autocoscienti che affliggono l’Io. La vergogna è un’emozione che determina reazioni psico-fisiche specifiche: non si ha più controllo del proprio corpo e della propria mente, ci si sente smascherati, spogliati e inermi davanti all’altro che ci ha “scoperti”.
Come viene suddivisa la vergogna?
Ciò di cui non ero a conoscenza è che ci sono dei gruppi per suddividere la vergogna, nel corso degli ultimi decenni vari ricercatori hanno cercato di identificare e studiare le differenti manifestazioni della vergogna. Segue un elenco delle diverse tipologie o classificazioni individuate:
- A) Vergogna interna ed esterna;
- B) Vergogna primaria e secondaria;
- C) Vergogna adattiva e disadattiva;
- D) Meta vergogna.
- A) Iniziamo con la prima, la differenza tra interna ed esterna, la prima è legata alle esperienze di autovalutazione e a un senso di sé inteso come inadeguato ed inferiore. Nella seconda, invece, il soggetto si focalizza sulle credenze altrui e teme che gli altri lo vedano come imperfetto, sbagliato e, quindi, soggetto a critiche e rifiuto.
- B) La vergogna viene definita “primaria” quando direttamente associata al timore di poter compromettere lo scopo della buona immagine o dell’autostima. Di contro, la vergogna secondaria deriva dal “vergognarsi dei propri processi emotivi” come, ad esempio, provare vergogna per le proprie manifestazioni di paura, di ansia o di rabbia.
- C) Adattiva è quando è funzionale e circoscritta alle situazioni, invece la disadattiva è disfunzionale e ci si identifica come inaccettabili, indegni e manchevoli.
- D) Sovrapponibile con la vergogna di tipo secondario, (reazioni) la meta vergogna indica quello stato di vergogna che ha come oggetto dell’emozione la propria stessa vergogna, per cui l’individuo teme di venir giudicato negativamente dagli altri per il fatto stesso di vergognarsi.
Vergogna e altre emozioni
Se da una parte le manifestazioni di vergogna si contraddistinguono chiaramente da certi stati emotivi, dall’altra possono essere confuse con altre emozioni ritenute simili. In seguito, vengono elencate le emozioni o disposizioni che vengono spesso assimilate con la vergogna.
- Vergogna e senso di colpa.
- Vergogna e timidezza.
- Vergogna ed imbarazzo.
- Vergogna e pudore.
- Vergogna ed umiliazione.
- Vergogna ed orgoglio.
In questo articolo mi soffermerò sulla vergogna ed il senso di colpa nelle persone che soffrono dei disturbi del comportamento alimentare.
Cos’è il “SENSO DI COLPA”?
Da bambini ci dicono che non si devono fare errori, e ce lo dicono attraverso le punizioni, che condizionano la nostra mente giovane e ci “insegnano” cosa è giusto e cosa è sbagliato, nella logica di chi interagisce con noi. Tutto ciò può portare con sé un effetto collaterale decisamente pericoloso: inizia a nascere in noi, questa nuova sensazione, che poi impariamo ad etichettare come senso di colpa. Ricordate? Frasi tipo: “mangia tutto, perché ci sono bambini che non hanno nulla da mangiare…”, “comportati bene con tuo fratello, se si fa male è colpa tua,” “Hai preso un voto negativo, è tutta colpa tua!” La scuola non è da meno. Inculca la sbagliata associazione errore = voto negativo. Il senso di colpa è un freno al cambiamento, è un’emozione legata a qualcosa che si è compiuto a danno di terzi, ma anche per ciò che non facciamo per noi stessi. Ecco la differenza tra rimorso e rimpianto. Nel primo caso posso pentirmi di ciò che ho fatto nel secondo di ciò che non ho saputo fare. Quando ho letto questa frase nel libro che ho studiato per la Certificazione nel Metodo Ongaro, mi si è aperto uno spiraglio, che poi è diventato un portone. Questa emozione è legata a giudizi, valori e morale socialmente condivisi. Spesso vi chiedo qual’è una delle caratteristiche del vincente, la SCELTA quindi ora la scelta sta a voi, perché dentro la conoscete la verità, potete scegliere di ascoltarla oppure ignorarla. Credetemi che se l’ascoltate in profondità e con consapevolezza, i sensi di colpa, anche per le decisioni più radicali, svaniscono, è capitato a me soprattutto ad ottobre quando ho deciso di porre fine alla relazione che avevo dopo 8 anni. Quante di voi così come ho fatto io, trascinano rapporti che siano di coppia, che siano d’amicizia? Io dopo circa tre anni di pensieri, ho troncato. Mi sono sentita dire che ero impazzita, che avevo già Andreas dietro l’angolo, che era premeditato. E invece no, sapete cosa è accaduto? Ho ritrovato la connessione tra i valori, i bisogni e le azioni, il cerchio perfetto si era chiuso. Andreas è arrivato nella mia vita quando io ero pronta a vedere ciò che lui è in grado di donarmi, e viceversa, con intelligenza, consapevolezza e libertà, ed erano le cose principali che mancavano nella relazione precedente. Il senso di colpa che mi stavo trascinando per paura di far soffrire, per paura di deludere le aspettative, per paura di restare da sola, e tante altre pippe mentali, era svanito. Io ero la persona più importante per me. Ti chiedo quando deciderai che sei tu la persona più importante per te? Eppure, dovrai vivere con te per sempre. Vergogna e senso di colpa quale la connessione con i disturbi del comportamento alimentare Numerosi studi hanno indicato che la vergogna gioca un ruolo importante nello sviluppo e nel mantenimento dei disturbi del comportamento alimentare (DCA). Nelle donne con DCA si registrano livelli di vergogna più ampi rispetto alla semplice preoccupazione relativa ai comportamenti alimentari. Molti sintomi legati all’anoressia (AN) e alla bulimia nervosa (BN) sono anticipati da alti livelli di vergogna, così come diversi tipi di vergogna possono contribuire a differenti sintomi di DCA, in seguito ad una ricerca condotta su pazienti con DCA, i ricercatori hanno affermato che la vergogna di tipo corporeo aumenta i sintomi dell’anoressia, ma non quelli della bulimia, e che la vergogna esterna, centrata sulle credenze degli altri, risulta essere principalmente associata ai sintomi dell’AN, mentre la vergogna interna, legata all’autovalutazione, a quelli della BN. I sensi di colpa eccessivi sono un sintomo clinico dei DCA, sono come un peso ingombrante, un’ombra, che assorbe energia e vitalità. “Ma io mi sento in colpa perché ho mangiato fuori dallo schema che mi ero prefissata e se.” “Io mi sento in colpa perché faccio preoccupare costantemente la mia famiglia, ma è più forte di me.” In realtà l’obbiettivo è proprio quello, cioè di destare preoccupazione per attirare l’attenzione, sembra subdolo vero, provate a dirmi che non è vero. Quante volte l’abbiamo detto? Alzi la mano chi almeno l’ha pensato.
Sapete qual è il punto?
A me tutto ciò piaceva, cosa, vi starete chiedendo. Mi piaceva creare preoccupazioni, fare la vittima, mi teneva impegnata, mi occupava tutta la mente, avete presente quello stato di confusione mentale, dove non riesci a mettere in ordine i pensieri? Era la scusa per crogiolarmi e sguazzare nel vittimismo, era la scusa per non prendere in mano la mia vita, tu stai usando questa scusa? Ora basta continuare a parlare del fatidico “PERCHÈ”, passiamo al “COME”. Il lavoro è concentrato sul far in modo che le azioni siano in sintonia con i valori. Lavoro che approfondiamo bene nel percorso one to one.
Eccovi le mie strategie per superare i sensi di colpa
Sapete che sono pratica e arrivo al dunque, eccovi le nove strategie che ho scoperto funzionare per me, prova magari funzionano per te:
- Cerca l’obbiettività accetta di essere umano;
- Pratica la gratitudine, perdonati;
- Guardati con gli occhi degli altri;
- Scopri cosa si nasconde sotto il senso di colpa;
- Accetta di occuparti di te stesso;
- Chiamala responsabilità;
- Riconsidera il tuo sistema di valori, regole ed aspettative;
- Impara a tollerare il disappunto e la disapprovazione degli altri;
- Prevenire ogni senso di colpa costruendo la sensazione di essere meritevole.
Quest’ultimo punto è FONDAMENTALE, senza un buon condizionamento positivo raramente si riescono a raggiungere risultati strabilianti. Come lo puoi fare?
1- Noi esseri umani facciamo errori costantemente. Non solo. A volte agiamo d’impulso o semplicemente egoisticamente, senza considerare le conseguenze che possono derivare. Assolutamente tutti noi possiamo sbagliare, violare regole e precetti, e qualche volta non ci comportiamo con integrità e correttezza. Albert Einstein affermava: “Se fai le stesse cose e nello stesso modo otterrai gli stessi risultati”, quindi per modificare i risultati occorre o fare cose diverse oppure fare le stesse cose, ma con modalità differenti.
2- La gratitudine è per me la base per cambiare gli occhiali. Possibile che ognuno di noi porti un peso a tempo indeterminato per tutti i suoi errori? Ha senso? La risposta è NO! La parola chiave per liberarsi del peso del passato è solo questa: il perdono.
3- Siamo i peggiori giudici di noi stessi.
4- Rabbia, perfezionismo e bassa autostima spesso si nascondono sotto i sensi di colpa.
5- Il famoso buon sano egoismo.
6- La colpa è mescolata con convinzioni personali e principi rigidi. Che cosa hai fatto in passato di così orribile? Cos’è che ti dà fastidio e ti tortura? Assumersi la responsabilità, questo è il primo passo, che si tratti di qualcosa che si dovrebbe fare e non fai o di qualcosa che hai fatto realmente o presumibilmente, non fermarti a dare la colpa a te stesso, ma trasformala in responsabilità, cioè compiere delle azioni, fare delle scelte e subirne le conseguenze, anche quando le cose vanno male.
7- Quali sono i valori in cui davvero credi profondamente?
8- Fare qualcosa che non si ha voglia di fare o non si condivide solo perché gli altri se lo aspettano o lo chiedono, causerà sensi di colpa principalmente verso noi stessi, poi, potenzialmente anche verso altre persone ancora (che magari si aspettavano facessimo il contrario…). Molti, pensano di non poter sopportare di deludere gli altri, perché pensano che non tollereranno il loro giudizio negativo, ma è importante imparare ad essere fedeli a noi stessi e alle nostre idee.
9- Quest’ultimo punto è FONDAMENTALE, senza un buon condizionamento positivo raramente si riescono a raggiungere risultati strabilianti. Come lo puoi fare? C’è un modo infallibile! Il modo migliore per PREVENIRE il senso di colpa e sentire di meritare davvero qualcosa è quello di prepararsi al meglio nella vita, nelle relazioni, nello studio, nello sport e in ogni ambito: fare tutto quello che è nelle nostre possibilità per ottenere il miglior risultato. Questo è il “segreto” per eliminare ogni possibile senso di colpa, anche se dovesse andare male, perché saremo certi di aver fatto tutto ciò che era nelle nostre umane possibilità.
Spero di aver dato qualche spunto utile, almeno per una riflessione. Se non dovessi riuscire a mettere in atto questi consigli o se non dovessero bastare, ricorda che posso aiutarti a liberarti dai tuoi sensi colpa costruendo insieme un percorso personalizzato, e facilitarti a fare quel cambiamento che sembra così difficile da fare.