Intervista a Pia

Chi sei?

Ciao, mi chiamo Pia e sono napoletana.

A che età hai iniziato ad avere i primi disturbi alimentari?

Tra i 15 e i 16 anni.

Che sensazione ti dà il cibo?

Ad oggi, una sensazione sicuramente piacevole e positiva.

L’ascesa verso il disturbo è stata rapida?

No, si è sviluppata in modo graduale ed intenso.

Ci sono dei cibi particolari che catturano la tua attenzione?

Assolutamente si, ad esempio il cioccolato e la pizza!

In quale momento del giorno si scatenano gli attacchi?

Grazie a Dio è da tempo ormai che sono guarita da questa patologia complessa e profonda…

Come ti è scattato questo meccanismo?

Senza che nemmeno me ne rendessi conto, è iniziato tutto con una gran paura di mangiare e di ingrassare.

Che tipo di rapporto hai con la tua famiglia?

Un rapporto piuttosto freddo e distaccato, tranne con uno dei miei fratelli.

La bulimia si lega spesso all’anoressia, che esperienza hai a riguardo?

Personalmente le ho vissute entrambe, prima l’anoressia e poi la bulimia. Si susseguivano nel tempo a fasi alterne. Dell’anoressia ricordo molto bene il gran timore che provavo quando dovevo mangiare ed uno spiccato ed anomalo accanimento verso l’attività fisica.

In che modo hai cercato di guarire? Che tipo di cure hai ricevuto e come stai affrontando la vita ora?

Ho fatto diverse importanti sedute di psicoterapia e molti anni fa ho affrontato un ricovero presso un reparto ospedaliero dedito alla cura dei disturbi alimentari. Posso assolutamente affermare che mi è stato di notevole aiuto l’ascolto da parte dello psicoterapeuta e l’essere stata stimolata ad esternare le mie emozioni e a parlare del mio vissuto, questo è stato indubbiamente il primo e fondamentale step che mi ha aperto la porta sulla strada della guarigione…

Se dovessi dare un consiglio a qualche persona malata di disturbi alimentari, quale daresti?

Innanzitutto le suggerirei di lasciarsi aiutare perché da soli non si può guarire, il mio consiglio è quello di affidarsi innanzitutto alle mano del buon Dio che sempre vede e provvede, e di scegliere un buon medico con cui poter instaurare un rapporto empatico che certamente facilita la buona riuscita di un percorso terapeutico. Dopodiché suggerisco a gran voce di provare con tutte le proprie forze a parlare e ad affrontare tutti i dolori e le esperienze di sofferenza che inconsapevolmente sono stati soffocati nella propria persona, nel proprio inconscio e nel proprio cuore, dolori e sofferenze che hanno poi generato il disturbo alimentare (spesso accompagnato anche da altri tipi di disturbi e fobie come è successo nel mio caso e che sono tutti collegati), proprio perché sono rimasti inascoltati.

La mia lunga e dolorosa esperienza con l’anoressia e la bulimia mi ha insegnato proprio questo, quanto sia cioè estremamente importante dar voce alle proprie emozioni in quanto, se represse, ci si può appunto seriamente ammalare. La mia esperienza con i disturbi alimentari mi ha insegnato che un dolore va affrontato, va guardato in faccia così poi da poter essere elaborato. Nel farlo si soffre, è vero, ma Dio Stesso ci insegna che è proprio attraverso la sofferenza che si giunge poi ad una nuova vita, ed è in questo modo che si arriva a guarire, perché desidero tanto che si sappia: anche dai disturbi alimentari si può assolutamente guarire!

Ciao e grazie per il prezioso tempo che mi hai dedicato!