Intervista ad Ilaria
Chi sei?
Mi chiamo Ilaria Vangelista, ho 31 anni e vivo a Ravenna. Sono criminologa per studi e investigatrice privata per lavoro.
A che età hai iniziato ad avere i primi disturbi alimentari?
Ho iniziato a 22 anni, nel lontano gennaio 2012.
Che sensazione ti dava e ti dà il cibo?
Quando ero nel pieno del mio DCA il cibo era una “coccola” e un modo per allontanare da me i problemi di ogni giorno. Quando ero triste, annoiata, ansiosa, stressata, il cibo mi rilassava, come un abbraccio in cui rifugiarsi. Ad oggi il cibo è soprattutto nutrimento e medicina, oltre che piacere quando si tratta di pranzi o cene in compagnia.
L’ascesa verso il disturbo è stata rapida?
Decisamente sì, talmente rapida che subito non mi sembrava nemmeno di avere un problema. Solo quando ne ho preso coscienza, ho capito da quanto andavo avanti.
Come ti è scattato questo meccanismo?
Allora avevo un moroso un pò molto fissato con l’attività fisica che giudicava tutte le ragazze che vedeva, facendo commenti sui loro corpi. Per quanto riguarda me, devo dire la verità, non ha mai fatto commenti, né in positivo, né in negativo, ma ho iniziato a pensare che, se mentre io vedevo una ragazza e la trovavo carina, lui la vedeva grassa, allora forse anche io non ero così bella come pensavo. Un pò anche influenzata dalla diet culture, ho creduto che se fossi dimagrita lui mi avrebbe sicuramente trovata più attraente e non mi avrebbe lasciata.
Purtroppo non è andata così, perché anche se dimagrivo, lui continuava a non farmi né complimenti, né critiche, ma stava semplicemente insieme a me.
Che tipo di rapporto hai con la tua famiglia?
Voglio molto bene ai miei genitori, nonostante siano sempre stati molto severi e hanno cercato sempre di tenermi, erroneamente, sotto una campana di vetro, evitando di fare le mie esperienze. Ho due genitori fantastici perché hanno sempre fatto di tutto per far star bene me e mia sorella, ma sono stati un pò manchevoli per quel che riguarda la premura nei miei confronti. Difatti, quando ho sofferto di DCA non hanno mai interferito con la mia vita, nonostante avessero notato un certo cambiamento. La loro “non presenza” mi ha fatto soffrire molto.
L’anoressia si lega spesso alla bulimia, che esperienza hai a riguardo?
Sono stata anoressica per molto tempo, ma il vomito o l’uso di lassativi/diuretici mi ha sempre spaventata quindi non sono mai ricorsa a questi metodi compensatori. Durante il mio percorso di guarigione, però, la mia psicologa mi disse che sono comunque stata una bulimica, solo che come metodo compensatorio usavo l’esercizio fisico: a volte mangiavo fino a star male e poi stavo almeno 3 ore tutti i giorni in palestra a fare corsi come step, zumba, o cardiofitness.
Abbiamo parlato del modo in cui le persone che soffrono di anoressia piuttosto che di bing-eating si guardano a vicenda: cosa puoi dirmi a riguardo?
Io sono il chiaro esempio di questo meccanismo. Sono nata come anoressica, ma il passaggio al binge eating è stato repentino e inarrestabile. Dopo 6 mesi di anoressia, ho iniziato a abbuffarmi continuamente, un giorno sì e uno no, a volte stando malissimo e a volte mangiando anche cose assurde pur di riempirmi, come i sofficini ancora surgelati, o impasti crudi di farina e acqua.
In che modo hai cercato di guarire? Che tipo di cure hai ricevuto e come stai affrontando la vita ora?
Quando ho compreso cosa mi stava succedendo ho fatto un sacco di ricerche online per vedere come potevo guarire. Ho trovato un libro di auto-aiuto per chi soffriva di binge eating e l’ho subito preso da leggere. Seguendo tutti i suggerimenti che dava ho ridotto le abbuffate passando da una quasi ogni giorno, a 2-3 a settimana. Ma il problema restava e non riuscivo a sbloccarmi.
Alla fine, una sera, durante una delle mie numerose crisi di pianto per la disperazione, il mio allora fidanzato (che poi è stato anche mio marito per quasi 4 anni) mi ha preso tra le braccia e mi ha chiesto se avessi voluto iniziare u percorso di cura all’ospedale nel reparto per DCA.
Il giorno dopo ho chiamato l’ospedale di Ravenna e nel giro di pochi giorni ho avuto la visita con la psichiatra, con la dietologa e con la psicologa. Siccome non sono state riscontrate altre patologie, quindi non mi sono stati prescritti farmaci, ho fatto un lungo percorso con la psicologa, prima da sola e poi con un gruppo di ragazze con altri DCA. È stata un’esperienza magnifica, oltre al fatto che mi ha fatto incontrare una persona che ad oggi è una delle mie amiche migliori.
Dopo un anno di cure, le abbuffate erano scese a una al mese. Nei sei mesi successivi, una ogni 3 mesi.
Oggi mi godo la vita nella sua pienezza e non ho più episodi di abbuffate ormai da anni. Magari mi capita di sovralimentarmi se sono un pò stressata, ma non ho quella sensazione di perdita di controllo che avevo quando ero nel pieno del DCA. Certo si rimane un pò “sensibili” al cibo e a ciò che lo circonda: per esempio, a me disturba ancora molto se qualcuno fa dei commenti su come o cosa mangio, mi mette molto a disagio, ma col tempo sto imparando anche qua ad essere resiliente e lasciar perdere.
Se dovessi dare un consiglio a qualche persona malata di disturbi alimentari, quale daresti?
Non vergognarti MAI di chiedere aiuto. Se hai la febbre ti vergogni? Non vai forse dal medico a farti visitare? Non chiedi alla mamma di farti un pò di brodo caldo o al marito di uscire a prenderti qualcosa? I disturbi alimentari vanno trattati nella stessa maniera. Sono malattie e come tali si può guarire e non c’è NULLA di male.
Quanto di quello che abbiamo sempre creduto riguardo i disturbi alimentari è vero? Quanto falso?
Sinceramente non so quali siano i miti più diffusi sui DCA, ma una cosa è certa: non esiste sesso, età, etnia o nazione dove i DCA sono più o meno presenti. Possono colpire chiunque e tantissima gente non sa neanche di soffrirne o per ignoranza o per mancanza di autoconoscenza. Con l’arrivo poi del COVID-19 e del lockdown, i DCA sono aumentati in modo esponenziale e sarebbe bello che la gente ne parlasse di più senza vergogna!
Ti capita mai di ricevere mail, contatti da altre ragazze che soffrono di disturbi alimentari? Come ti comporti in questi casi?
Purtroppo no, ma mi piacerebbe moltissimo! Spesso sono io a fare il primo passo quando intuisco che qualcuno soffre di DCA, ma spesso noto che non è l’atteggiamento giusto. Mi piacerebbe, invece, poter consigliare, aiutare, ascoltare chi ha un disturbo alimentare perché quando ci sono passata io avrei voluto qualcuno al mio fianco. Avevo mio marito, ma non essendoci mai passato non poteva capirmi. Trovare, invece, qualcuno che aveva sofferto della stessa cosa mi avrebbe aiutato molto di più.
È un pò come se una affrontasse la prima gravidanza da sola: di certo non può essere consigliata dal marito, mentre l’aiuto e il consiglio di altre donne che hanno vissuto la gravidanza prima di lei, potrebbe essere ben accetta.
Guarire è veramente possibile?
Sì, sì e ancora sì! Io ce l’ho fatta e, credetemi, non ho abilità particolari, né doti magiche. Sono una semplicissima donna con tanta voglia di vivere, con decine di problemi quotidiani e mille sogni in testa. Come già detto, si rimane un pò “sensibili” al cibo e agli argomenti che ci girano attorno, certi meccanismi sono più difficili da uccidere, ma si guarisce eccome!
Ciao e grazie per il prezioso tempo che mi hai dedicato!