Fame di cibo o fame di emozioni?

Le domande che ricorrono più di frequente, sia sui social, che in privato, sia dalle donne che iniziano il percorso sono:

“Come ci si ammala?”, “Come convincere a curarsi?”, “Come convincere a mangiare, a non vomitare o a non abbuffarsi?”.

Ammetto che cercare di rispondere a questi interrogativi è poco utile, ma soprattutto impossibile. La strada da percorrere va invece nella direzione di capire cosa sta accadendo lì dietro, nelle dinamiche di un disturbo alimentare, dietro ad un problema col cibo, a sintomi così incomprensibili come l’anoressia, la bulimia e il binge eating. La domanda più utile e forse corretta da porsi sarebbe:

“Cosa si sta cercando di dire e di regolare con il cibo?”.

La persona stessa che soffre di un disturbo alimentare può e deve porsi questa domanda, scoprendo che spesso dietro al sintomo ci sono delle emozioni e degli stati emotivi che non si sanno leggere e regolare.

I motivi per cui si comincia a mangiare sono diversi non sempre coincidono con la “fame cellulare”, intesa come fame fisiologica, cioè quella indotta dai complessi meccanismi di regolazione del sistema nervoso centrale, che sono deputati ad assicurare la costanza delle riserve di energia all’interno del corpo e quindi, in altre parole, la sopravvivenza.

I 9 tipi di fame

Vediamo un pò quali sono questi nuovi tipi di fame innovativi di fame corrispondono ad altrettante parti del corpo; ognuno di esse ha la sua dignità ed importanza e conoscerli può aiutarti a diventare più consapevole del tuo comportamento alimentare e degli automatismi verso il cibo.

Fame degli occhi

Gli occhi rappresentano un canale privilegiato attraverso cui lasciarsi veramente sedurre da un cibo. Per esempio, un cibo colorato o ben impiattato attrae, così come spesso basta la vista di un piatto accattivante perché arrivi l’acquolina in bocca.

Per soddisfare la fame degli occhi, esplora visivamente e a lungo un piatto, prima di iniziare a mangiarlo.

La fame del naso

L’olfatto ha un ruolo importante nella scelta di un cibo; ci sono profumi “irresistibili” come quello della pizza appena sfornata o all’aroma del caffè. Ed anche il sapore di un cibo comincia a formarsi a partire dal suo odore.

Per soddisfare la fame del naso, soffermati sull’aroma del cibo, prima di iniziare a mangiarlo.

La fame delle orecchie

Ci sono suoni che stimolano curiosità e attrattiva verso il cibo, come lo “scrocchiare” di una patatina o il rumore spumeggiante di una bibita fresca versata in un bicchiere.

Per soddisfare la fame delle orecchie, fermati chiudi gli occhi e ascolta con apertura e curiosità il suono del cibo mentre lo tocchi o lo mastichi.

Fame del tatto

La sensazione che un cibo dà al tatto, sfiorandolo con la punta delle dita o con le labbra permette di amplificare l’esperienza sensoriale implicata nell’atto del mangiare.

Per soddisfare la fame del tatto, rallenta il pasto utilizzando il tatto ed aprendoti così alla possibilità di trasformare l’esperienza alimentare in un momento soddisfacente ed appagante.

Fame della Bocca

Che gusto hanno i cibi che mangi? Sei sicura che ti piaccia veramente quel cibo? Sei certa di quale sia la quantità di zucchero (anche se te lo sconsiglio) che rende per te gradevole il caffè? Spesso le scelte in termini di gusto sono il frutto di abitudini convinzioni apprese, che però possono cambiare nel tempo. Liberati da questi condizionamenti, impegnati per de strutturarli, così potrai crearti un’idea tua, attuale di ciò che ti piace.

Per soddisfare la fame della bocca sviluppa una maggiore consapevolezza del gusto dei cibi attraverso un’ingenua esplorazione illustrativa di ciò che mangi, ha un fortissimo potere nel soddisfare con piccole quantità di cibo la fame della bocca.

Fame dello stomaco

Sebbene ognuno di noi abbia una capacità innata di riconoscere i segnali provenienti dallo stomaco, può accadere che essi vengano confusi con altre sensazioni che afferiscono a questo organo, come l’ansia o il nervosismo. Questo perché le emozioni hanno una componente fisiologica che spesso coinvolge questa parte del nostro corpo.

Per soddisfare la fame dello stomaco non rispondere subito col cibo quando avverti sensazioni di voto o dolore allo stomaco e mangia solo dopo essere diventata consapevole delle tue sensazioni fisiche.

Fame cellulare

E la fame fisiologica, rappresenta il motivo principale per cui si mangia, ma paradossalmente non è così facile da sentire. Da piccoli eravamo in grado di riconoscere in modo intuitivo la necessità di mangiare e di cosa il corpo avesse bisogno. Col passare del tempo, però, a causa di condizionamenti esterni può succedere di perdere questa abilità. È quindi necessario riscoprirla, reimparare a mettersi in contatto e a comunicare con il corpo.

Per soddisfare la fame cellulare ho trovato sia la meditazione che la visualizzazione, due metodi efficaci con i quali è possibile divenire nuovamente consapevoli di ciò di cui il corpo ha bisogno per nutrirsi adeguatamente.

Fame della mente

Tutti sviluppano nel tempo delle etichette e le applicano ai cibi (cibi sani, cibi spazzatura, cibi concessi e cibi proibiti e così via). Queste etichette mediano il rapporto con ciò che mangi e creano relazioni ansiogene con i cibi, che spesso poi portano a desiderarli in modo spasmodico. Siamo costantemente influenzati dalle mode alimentari, dalle diete del momento o dagli ultimi articoli allarmistici in fatto di alimentazione.

Per soddisfare la fame della mente richiamo il concetto citato sopra quindi della meditazione e della visualizzazione che possono aiutare a calmare la mente, permettendo l’accesso ad una nuova consapevolezza, sensibile ai segnali che il corpo manda, aiutandoti a liberarti dai condizionamenti.

Fame del cuore

Molto spesso il tipo e la quantità di cibo che le persone scelgono sono connesse alle emozioni provate. Frequentemente la fame nervosa nasconde il desiderio di essere amati o accuditi, si mangia per riempire un vuoto, ma quel vuoto non può essere soddisfatto attraverso il cibo. La fame del cuore, In altre parole, non ha bisogno di cibo se hai fame del cuore, il cibo non nella risposta anzi ricorrere al cibo fa star peggio ti fa sentire in colpa inadeguato incapace di cogliere realmente i tuoi bisogni.

Cerca di dare ad ogni fame il giusto nutrimento non sempre il giusto nutrimento è il cibo.

Il timone della vostra vita è in mano vostra e imparare ad amarvi è possibile! È possibile tirare fuori tutto quello che avete dentro, dare voce e parole al proprio dolore (di qualsiasi dolore si tratti), invece di scriverlo sul corpo. Potete imparare a non aver paura di quello che provate, anche se fa male, a non aver paura di sbagliare, perché se si cade ci si rialza e la perfezione non esiste, a rispettare le vostre emozioni, il vostro corpo e voi stessi. Potete imparare che nessuna dieta, restrizione o abbuffata vi porterà a risolvere i problemi, a far pace con voi stessi né ad accettarvi proprio così come siete, ma che la migliore medicina è l’amore, in primis per voi stessi, e l’ascolto autentico.

A presto, Immacolata.

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