Famiglia e bulimia prima parte

L’ORIGINE

Per il neonato l’alimentazione assume fin dall’inizio un valore non solo ai fini della crescita, ma per gli scambi affettivi e i ritmi biologici in cui essa è inserita e che contribuisce a strutturare. Non ci sono studi scientifici che dimostrano una relazione tra le abitudini  alimentari sbagliate dei genitori e l’insorgere dei disturbi alimentari, però l’opinione generale va in questa direzione. Questo non fa altro che far nascere idee sbagliato a riguardo, e anche se non volutamente mette in crisi i rapporti e le dinamiche familiari. Sopratutto fa sorgere nei genitori, quando la malattia è conclamata, i “SENSI DI COLPA”, mio padre ancora se ne fà, gli sia stato spiegato, che sì la famiglia ha influito in parte alla malattia, ma sicuramente io ero recettiva al disturbo, che ha un nome, una causa o più, e una cura.

I primi anni di vita sono davvero fondamentali per stabilire anche attraverso il cibo una relazione importante, sopratutto con la madre. Quella che a me ha condizionato tutta la vita. Nel mio libro “Saziare la Bulimia”. Leggi l’anteprima del romanzo: https://issuu.com/gioiosodibedelmondo/docs/saziare_la_bulimia_anteprima.
Questo aspetto é trattato in modo approfondito, perché mia madre ha sempre pensato che col cibo si potessero soffocare le mie richieste continue, senza pensare che potevano essere semplicemente d affetto. Il tutto poi si è evidenziato nell’adolescenza.

PERCHÈ IN ADOLESCENZA?

L’adolescenza rappresenta il periodo dello sviluppo in cui l’individuo deve affrontare nuovi traguardi nel percorso identitario che comporta: il passaggio dalla dipendenza, dalla madre sopratutto verso l’autonomia, psicologica e sociale, e all esplorazione e conoscenza dell’Immagine Corporea ,delle caratteristiche sessuali e delle nuove potenzialità che le trasformazioni fisiche della pubertà inevitabilmente portano.

Per quanto riguarda la mia personale esperienza posso dire che il rapporto con mia madre è stata la causa principale dell insorgere del mio disturbo, in famiglia non c’era lo stimolo nel fare i complimenti, nel supportarmi e sorreggermi, ho dovuto fare quasi da sola, però arrivata a 40 anni, con un figlio di 16, e con un lungo percorso di crescita personale, non le faccio più una colpa, LEI HA FATTO QUEL CHE POTEVA.

FATTORI DI PREDISPOSIZIONE FAMILIARE

Depressione o DCA nelle madri, conflitti familiari, abusi, alterazioni dell’equilibrio familiare, separazioni, perdite.

PREVENZIONE DEI DCA
Ritengo che siano necessari programmi di supporto ai genitori, che mirino a far conoscere le competenze per sviluppare la relazione genitori – bambino.
Inoltre per finire ma non da sottovalutare assolutamente, l’attenzione per le popolazioni a rischio (figli di madri depresse, di genitori con DCA, di bambini con malattie croniche che richiedano restrizioni alimentari).

QUI ED ORA
Il mio percorso non é finito, magari durerà tutta la vita, non importa ora che ho trovato la “QUADRA”, il “CENTRO DI GRAVITÀ. Non permetterò che il passato dia un “PESO” eccessivo al mio presente. Eviterò che le calorie consumate ieri diventino un peso oggi. Le persone si perdono nel rimpiangere e nel rivivere il passato, ripetendo gli errori. Anche il futuro rappresenta una forma d irrealtà sul quale fantastichiamo, ma indugiare in qualunque luogo che non sia il presente, ci rende inabili.

E tu? Che tipo di rapporto hai con la tua famiglia? Se ti va di scrivermi per raccontare la tua storia, sono qui ad accoglierti.

A presto, Immita.

Condividi il mio articolo su: