Ciao benvenute e ben ritrovate a tutte con il secondo articolo del mese di giugno, ispirato dalla rubrica Pillole di vita, affiancata da Sabrina Canè, naturopata e consulente nutrizionale, che mi accompagna nella diffusione del progetto “Donne che aiutano le Donne” attraverso il percorso RI – Sveglia la tua fame di vita, basato sul metodo “S.A.N.A.“.
Il mese scorso ho iniziato trattando la prima parte del nutrimento, parlando di nutrimento ed emozioni, oggi desidero parlarti del rapporto tra cervello e intestino, tema che mi tocca da vicino al momento.
Per chi fosse arrivato su questo blog da poco, c’è la possibilità di guardare le dirette precedenti sul mio canale Instagram e YouTube dove viene annunciata la nascita del percorso “Ri – Sveglia la tua Fame di Vita”.
Troverete testimonianze, articoli, interviste, il tutto per sensibilizzare sia il tema dei disturbi alimentari sia per mandare un messaggio di speranza e fiducia per tutte quelle donne che hanno un rapporto di amore e odio con il cibo ed il loro corpo.
Il tema di oggi è uno dei temi più cari personalmente a me, probabilmente perché il nutrimento è un pò il filo conduttore del percorso RI – Sveglia la tua fame di vita, e perché può essere usata in tutti i contesti della nostra esistenza.
NUTRIMENTO E DCA
Quello dei disturbi alimentari è un mondo molto complesso, popolato e multiforme, è ormai possibile divulgare tante notizie su ciò che le persone debbono sapere per vincere il loro disagio, ma, nonostante ciò, l’accesso alle molte informazioni non permette sempre una diminuzione della sofferenza per la persona. Scopo del mio lavoro, e anche degli articoli, che sono solo una parte del mio lavoro, non è dare ulteriori notizie sui disturbi dell’alimentazione ma poter permettere al fruitore di attivare delle riflessioni che possano condurlo alla scelta di iniziare un percorso di aiuto nella gestione sia della parte alimentare che della problematica sottostante, con il fine di riconciliarsi con il proprio equilibrio interiore.
Spesso le persone che soffrono di Disturbo del comportamento alimentare provano per molto tempo a superare i loro ostacoli utilizzando, però, le informazioni che si trovano sui vari siti web non a loro vantaggio, ma a loro danno. Ed uno dei danni pazzeschi che può esserci.
INTESTINO
Il medico che prescrive una dieta per la Sindrome dell’intestino irritabile (IBS) dovrebbe prima accertare l’eventuale presenza di disturbi del comportamento alimentare, come anoressia e bulimia nervosa. Lo raccomanda un panel di esperti dell’American Gastroenterological Association (AGA) in un aggiornamento sul ruolo della dieta nell’IBS pubblicato online su Gastroenterology.
Gli esperti segnalano che in molti pazienti con IBS sono comuni i problemi di rapporto con il cibo, come il disturbo evitante/restrittivo dell’assunzione di cibo (ARFID), in cui i pazienti evitano cibi selezionati fino alla malnutrizione o al dimagrimento patologico.
I pazienti con disordini alimentari, spiegano gli esperti, non vanno sottoposti a diete restrittive, ma indirizzati a nutrizionisti esperti e all’assistenza psicologica o psichiatrica.
Un questionario per individuare i disordini alimentari
L’aggiornamento fornisce una serie domande che i medici possono utilizzare per individuare i pazienti con disordini dell’alimentazione.
Si può essere iperalimentati ma iponutriti
I disturbi del comportamento alimentare (DCA) colpiscono molte più persone di quelle che saremmo disposti a credere.
Quando parlo di DCA mi riferisco ad anoressia e bulimia, ma anche all’obesità, conseguenza di binge e iperfagia (abbuffate incontrollate con andamento ciclico o costante). Sebbene sia controintuitivo, anche l’eccesso di peso comporta carenze nutrizionali.
In che modo? Il meccanismo è piuttosto semplice: il dilagare di obesità nella società mondiale è determinato, a mero livello biochimico, dalla rottura dei pattern organici che riguardano l’autoregolazione di introito e dispendio energetico; le cause sono l’iperalimentazione con prodotti altamente energetici tipici dell’industria alimentare: snack e merendine, bevande gassate zuccherate, gelati e dolci, tripudio di farine, grassi industriali e carboidrati semplici.
Tutti i cibi che determinano il progressivo aumento di peso sono altamente calorici, ma scarsamente nutrienti: sono ricchi di calorie, non di vitamine e minerali.
Per questo motivo è assai frequente riscontrare forti carenze di micronutrienti anche in chi soffre di un significativo eccesso ponderale; ancora una volta, la condizione è particolarmente preoccupante quando parliamo di bambini e adolescenti, le cui rotondità non sono “tutta salute”, quanto l’espressione di un forte disagio psicologico e lo specchio di un corpo organicamente sofferente.
Associamo il DCA quasi sempre ad anoressia o bulimia, ma difficilmente ci focalizziamo sulla vasta palude dei cosiddetti DCA atipici, che colpiscono quasi una persona su tre. Sapete, ad esempio, che il dieting è un disturbo dell’alimentazione? Per dieting si intende lo stare continuamente a dieta, con un’attenzione esasperata al peso e un rapporto morboso nei confronti del cibo, fino a far ruotare ogni aspetto della vita quotidiana intorno ad esso. Anche l’ortoressia (di cui abbiamo parlato qui) è un altro DCA atipico.
I disturbi dell’alimentazione NAS (non altrimenti specificati) sono ancora più insidiosi di quelli conclamati, perché diventa estremamente difficile sia per la persona stessa che per chi le sta accanto rendersi conto di quanto il pensiero ossessivo al cibo sia diventato pervasivo e malato: “sei fissata” si dice, ma non si comprende quanto questa fissazione sia un morbo che corrode.
La cura di questo genere di DCA dovrebbe essere pari a quella di anoressia e bulimia: una sinergia tra medico, psicoterapeuta, nutrizionista, ed esperti come me che hanno vissuto sulla propria pelle questo parassita. Tuttavia, rispetto ad anoressia, bulimia e binge propriamente detti, capita con una certa frequenza che i DCA atipici possano avere una regressione spontanea e graduale: pian piano si smorza l’attenzione morbosa verso il cibo, che smetterà di essere motivo di preoccupazione e fissazione, un altare cui immolare la propria vita e su cui convergere ogni energia.
LA MIA STORIA
Sono circa 16 mesi che ho preso in mano il mio intestino, ho prima messo il focus sul lavoro interiore legato a paure, ostacoli e resistenze e poi sull’interiore legato al corpo, e sai cosa ho scoperto?
Che uno dipende dall’altro. Faccio un passo indietro parlandoti brevemente della mia storia, fatta da digiuni e abbuffate.
Brevi periodi di restrizione alimentare sembrano avere un effetto assai favorevole sulla flora intestinale: il classico digiuno religioso sembra essere veramente depurativo e rigenerante, se fatto con criterio; tuttavia, quando la restrizione alimentare è protratta nel tempo e, soprattutto, orientata verso scelte alimentari sbagliate la flora batterica ne soffre, impoverendosi in termini di numero e qualità, e diventando sempre di più fermentativa.
Le donne che hanno sofferto di DCA spesso lamentano problemi di gonfiore, dolore addominale, distensione, flatulenza, stitichezza alternata a dissenteria: troppo spesso si pensa che questi sintomi siano il culmine di una patologia psicosomatica e di un effetto “nocebo”. Vale a dire: “se penso che mi farà male, allora avverto i sintomi” (in termini più scientifici, l’effetto nocebo è la risposta patologica dell’organismo di alcuni soggetti suggestionabili che, temendo l’insorgere di un sintomo, ne favoriscono la comparsa in concomitanza del consumo dell’alimento incriminato).
In realtà, anche se talvolta amplificati da chi ne soffre, tali sintomi sono tutt’altro che “immaginari”: sono una conseguenza delle restrizioni e delle abbuffate dell’epoca del DCA. Lentamente ci si è causati una forte disbiosi intestinale, che avrà bisogno di tempo, cure e attenzioni per poter essere completamente risolta.
DISBIOSI
Immaginate la flora batterica come un esercito, che viene nutrito e allenato da una grande varietà di alimenti e micronutrienti. Quando l’esercito viene affamato, ossia si restringe l’apporto di cibo, esso sarà debole e stanco, e, quando la restrizione è lungamente protratta, ci saranno i primi plotoni che muoiono. Quando l’esercito viene nutrito con carboidrati semplici e raffinati, dolci, prodotti industrializzati e conservati – come tipicamente accade durante le abbuffate e gli episodi di binge – i suoi “soldati” sono come avvelenati, e sono meno propensi a svolgere le normali funzioni.
Quando, viceversa, l’esercito viene rifornito di un eccesso di fibra (alimenti vegetali e integrali) senza l’accompagnamento di alimenti lipidici e proteici, o con inadeguato apporto di essi, l’esercito riesce a sostenersi, ma è indebolito: alcuni plotoni inizieranno ad appropriarsi della fibra e a fermentarla (formazione di gas e meteorismo), altri invece rimarranno pressoché inattivi perché ipoalimentati.
La disbiosi, ovvero la rottura dell’equilibrio tra le famiglie batteriche, porta a problematiche relative alle funzioni della flora intestinale: una flora in eubiosi, in equilibrio, garantisce un buon assorbimento dei nutrienti, la produzione di sostanze antinfiammatorie e di alcune vitamine, un corretto transito intestinale e la protezione da alcuni fattori di rischio cardiovascolari come l’ipercolesterolemia.
In episodi di disbiosi tali funzioni sono compromesse: ecco quindi che si hanno difficoltà di transito e di assorbimento, si ha fermentazione e infiammazione. Si possono accusare sintomi da cattiva digestione, acidità gastrica, colon irritabile, dolori addominali. Il malassorbimento che si accompagna alla disbiosi comporta, inoltre, che a cascata alcune funzioni organiche rallentino, poiché mancano le materie prime (minerali e vitamine) indispensabili agli ingranaggi di funzionamento. È per questo che, quando si sospetta disbiosi non è sufficiente assicurarsi di avere un corretto apporto alimentare di micronutrienti, ma bisogna capire se effettivamente essi arrivino ad essere correttamente assorbiti e, naturalmente, utilizzati.
Questo accade anche quando la disbiosi è dovuta ad altre cause oltre il DCA: l’uso protratto di antibiotici, infezioni batteriche e stress cronico, ad esempio.
LA MIA STITICHEZZA MENTALE
Qualche anno fa ho scoperto la meta – medicina. Approfondirò il tema nei prossimi articoli. La stitichezza può dipendere da cause psicologiche collegate allo stress come paura, eccessiva riservatezza, paura dell’abbandono, fretta o il rifiuto di situazioni di vita.
La meta medicina descrive il significato psicologico della stipsi e dell’intestino lento come la volontà di trattenere o restare aggrappati a determinate situazioni, o da un altro punto di vista, l’incapacità di lasciar andare o di accettare.
Ansie e paure, pensieri ricorrenti, fobie, ed in generale gli stati emotivi di difesa, possono generare una contrazione della muscolatura liscia intestinale, non direttamente controllata dalla volontà dell’individuo.
In questo caso è importante identificare la causa emotiva del problema e lavorare interiormente per risolverla.
Se soffri di costipazione e ritieni che il blocco sia dovuto a motivi psicologici, utilizzare rimedi naturali per l’ansia può aiutarti a migliorare. Il respiro abbinato alla meditazione mi stanno aiutando molto.
Ciò che mi ha particolarmente sorpreso in questa mia ricerca di “guarire” in tutti i sensi, è stato trovare tante informazioni che vanno in un’unica direzione, cioè che l’equilibrio si trova equilibrando i tre cervelli, esattamente, si parla spesso di due cervelli, ma in realtà sono tre.
Ho scoperto che in Australia è stato creato un modello che si chiama MBraining.
Il sistema MBraining insegna come entrare in relazione e comunicare con l’intelligenza innata dei nostri cervelli e tutta una serie di tecniche pratiche e facili da apprendere per aumentare la qualità della tua vita, che prendono il nome di multiple Brain Integration Techniques (mBIT).
Un insieme di strumenti e di tecniche per sviluppare la comunicazione e l’integrazione dei nostri molteplici cervelli (nella testa, nel cuore e nella pancia).
Nello sviluppare mBIT, Marvin Oka e Grant Soosalu (due famosi trainer e ricercatori australiani) hanno scoperto che ognuno dei nostri cervelli ha una sua competenza che rappresenta la sua “espressione più elevata” e che i tre cervelli, quando operano attraverso queste competenze, producono effetti sinergici e portano una più grande saggezza alle nostre decisioni, alle nostre relazioni e alla nostra vita.
Questo modello riconosce e utilizza le scoperte della neuro-linguistica: sentirsi “senza cuore” o con un “peso sullo stomaco” sono infatti potenti indicatori della presenza dei molteplici cervelli presenti dentro di noi.
Sono appena all’inizio dal comprendere tutto questo meraviglioso sistema, che è l’uomo, e di come le neuroscienze hanno scoperto di recente una rete neuronale complessa, in perenne evoluzione e in grado di elaborare dati in autonomia (un vero e proprio cervello) non solo nella testa, ma anche nel cuore e nella pancia, in linea con ciò che molte fonti spirituali affermano da oltre 2500 anni.
Il mio cuore desidera…, la mia pancia mi dice…, ho perso la testa…non sono solo modi di dire. MBraining è un nuovo metodo rivoluzionario per usare in modo ottimale e integrato i tre cervelli, grazie alle multiple Brain Integration Techniques (mBIT), che consentono una migliore qualità di vita.
I cervelli comunicano tra loro, a volte anche entrando in conflitto: un’interconnessione che possiamo imparare a sfruttare a nostro vantaggio, conseguendo un profondo allineamento interiore da cui fare scelte più armoniose ed efficaci.
Continua a seguirmi ti terrò aggiornata man mano che imparo.
Ho impiegato tre anni e brancolato da sola, perché non esisteva una figura, come quella che sono io oggi, Soul & Life Style Coach delle donne, ho dovuto testare ed assemblare il lavoro fatti con svariati coach. Ciò che voglio per te è non farti sentire come mi sono sentita io tante volte, sola e persa alla ricerca della trasformazione. Per questo ho creato il percorso strutturato in dieci moduli: risveglia la tua fame di vita.
Il mio suggerimento è quindi, prima di cercare una soluzione “pronta all’uso”, prova ad iniziare a piccoli passi, rivolgendoti come una sorta di via maestra a chi ha già percorso la strada che potrebbe essere quella più in linea con te.
Se ti sembrano impegni poco facili da raggiungere o da iniziare, sappi che io sono qui, troverai solo persone preparate in ambito nutrizionale, naturopatico, in crescita personale, spirituale, sotto varie forme, yoga della Risata (che approfondirò nei prossimi articoli), musicoterapia, cristalloterapia, teatroterapia, pratiche di consapevolezza, movimento corporeo, formate specificatamente e disposte ad aiutarti ad intraprendere nuove abitudini per vivere meglio e più a lungo.
Sto cambiando profondamente il modo di offrire i miei servizi adeguandomi alle necessità dei nostri tempi per costruire giorno dopo giorno il tuo ed il mio benessere.
Scrivimi su WhatsApp al numero +41 76 4250 579, compila il test se vuoi saperne di più sui miei servizi per una vita più sana e longeva.
Sarà facile, puoi richiedere una chiamata strategica gratuita cliccando sul link e candidandoti al percorso, faremo una breve chiacchierata nella quale innanzitutto mi voglio assicurare che il percorso sia adatto a te, se non lo sarà te lo dirò molto onestamente perché avrebbe poco senso farti iniziare il percorso se non sento di poter fare qualcosa per te e nella chiamata voglio anche capire quanto tu sei motivata a fare la tua parte, lo so che dopo il percorso non avrai più bisogno di niente, di nessuno perché tornerai a vivere e riprenderai in mano la tua vita libero di tutti quei pensieri, di tutte quelle emozioni e di tutte quelle sensazioni che oggi ti fanno sentire prigioniera di te stessa, se ci sono le condizioni per iniziare a lavorare insieme ti darò tutte le informazioni perché tu possa partire subito se questo è quello che vuoi.
Ricorda che non sei da sola né la sola!
A presto, Immacolata.