Riconoscere la bulimia

Molte persone mi chiedono spesso come riconoscere la bulimia, come comprendere che si ha a che fare con una malattia vera e propria e non con periodi di “semplice” fame eccessiva.
Colgo lo spunto di una mail che ho ricevuto per fare un pò di chiarezza su questo punto.

“Cara Imma, la mia è una disperata richiesta d’aiuto.
Mia cognata, 40enne madre di una bambina di 6 anni e di un maschietto di 2, soffre da quando la conosco, di uno squilibrio alimentare. Durante la settimana segue una dieta strettissima, ma alla domenica, quando ci incontriamo da nostra suocera per il pranzo familiare, mangia in modo frenetico, ingurgitando in poco tempo una quantità esagerata grande di cibo. Ad ogni abbuffata segue una lunghissima seduta in bagno, che lei “giustifica” dicendo che è sua abitudine “evacuare” dopo ogni pasto.

Ho sempre pensato che tutto ciò non fosse normale, ma che avesse un problema col cibo, e da qualche settimana ho le prove certe (tracce di vomito) che si tratta di bulimia. Mia suocera, donna dolce e molto affabile, l’ha affrontata dicendole chiaramente che è a conoscenza della situazione, ma lei ha negato spudoratamente. Nelle settimane a venire ha continuato a comportarsi come sempre, come se niente fosse accaduto.

Io non mi sento di affrontare la situazione, soprattutto alla luce del fatto che non c’è molta confidenza tra noi, ma sono veramente preoccupata, anche perché a mio avviso la bambina sta sviluppando già da adesso un cattivo rapporto con il cibo: la mamma le vieta alcuni cibi dicendole che “ingrassa”, ma poi gliene rifila altri decisamente dannosi. Inoltre la bambina tende ad ingurgitare le pietanze con grande avidità ed ha sempre timore che qualcuno glielo impedisca.

La situazione è veramente pesante e vorrei un consiglio su come affrontare il problema con mia cognata ed aiutarla ad uscirne, oltre che per il suo bene, anche per quello dei suoi figli. Anch’io sono mamma e so bene che dal nostro equilibrio e dalla nostra serenità dipendono il benessere, la gioia ed il corretto sviluppo fisico e soprattutto mentale dei nostri figli.
Grazie in anticipo per la tua attenzione…
Una cognata disperata.

Questa è solo una delle tante lettere che ricevo ogni settimana e quindi ho deciso di affrontare l’argomento nei dettagli.

Come accorgersi se qualcuno soffre di bulimia e come aiutarlo?

Il tema è lungo e vasto e l’affronterò in più fasi.

Innanzitutto cos’è la bulimia?

La bulimia nervosa è un disturbo dove il nucleo centrale della patologia è rappresentato da una paura morbosa di diventare grasse e di essere sovrappeso, il peso e la forma del corpo influenzano in modo eccessivo e distorto la valutazione della stima di sé, generalmente il peso corporeo è nella norma.

L’esordio può essere inizialmente simile all’anoressia, caratterizzato da una intensa volontà a perdere peso e da una forte insoddisfazione per il proprio corpo; il decorso invece è diverso, spesso la persona che soffre di bulimia mantiene un peso abbastanza normale chi ne è affetto ingurgita grosse quantità di cibo (abbuffate compulsive) per poi costringersi a eliminarlo mediante il vomito autoindotto, l’uso di lassativi o il digiuno.

Sebbene il problema sembri ruotare tutto attorno al cibo, la bulimia è basata sull’incapacità del soggetto di gestire situazioni di vita stressanti o emotivamente difficili. Renditi conto che la bulimia è un disturbo che interessa la salute mentale. Anche se si riscontra più comunemente nelle adolescenti e nelle giovani adulte, uomini e donne possono essere bulimici a qualsiasi età.

Sintomi

VI RIPORTO I CRITERI DIAGNOSTICI PER LA BULIMIA NERVOSA (DSM IV)

1. Episodi ricorrenti di abbuffate compulsive. Un’abbuffata compulsiva è definita dai due caratteri seguenti (entrambi necessari).
a) Mangiare, in un periodo di tempo circoscritto (per esempio nell’arco di due ore), una quantità di cibo che è indiscutibilmente maggiore di quella che la maggior parte delle persone mangerebbe nello stesso periodo di tempo in circostanze simili.
b) Senso di mancanza di controllo sull’atto di mangiare durante l’episodio (per esempio sentire di non poter smettere di mangiare o di non poter controllare cosa o quanto si sta mangiando).
2. Ricorrenti comportamenti di compenso volti a prevenire l’aumento di peso, come vomito autoindotto, abuso-uso improprio di lassativi, diuretici o altri farmaci; digiuno o esercizio fisico eccessivo.
3. Le abbuffate compulsive e utilizzo improprio di mezzi di compenso avvengono in media almeno due volte a settimana per tre mesi.
4. La valutazione di sé è inappropriatamente influenzata dalle forme e dal peso del corpo.
5. Il disturbo non si riscontra soltanto nel corso di episodi di anoressia nervosa.

Tipo purgativo: il soggetto ha l’abitudine di provocarsi il vomito, o quella di usare in modo inadeguato lassativi o diuretici.
Tipo non purgativo: il soggetto usa altri comportamenti impropri di compenso, come il digiuno o l’esercizio fisico eccessivo, ma non ha l’abitudine di provocarsi il vomito né quella di usare in modo inadeguato lassativi o diuretici.

Per oggi mi fermo qui, nel prossimo articolo analizzeremo più approfonditamente i vari punti. Avete avuto tanto in questo post, non perdetevi il prossimo articolo e chiudo con una domanda. Tu ti sei mai ritrovato nella situazione della nostra cognata disperata? Se si scrivimi non esiterò a risponderti, grazie.

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