Oggi per scrivere mi sono fatta ispirare dalla “prova costume“. Sì, devo proprio scrivere della “prova” che ancora, incredibilmente in questi anni, dopo la caduta di quasi tutti i tabù, continua ad essere un “retro-pensiero” per molte donne, di una larga fascia d’età e, ahinoi, anche per molti uomini (anche se non hanno il coraggio di ammetterlo). Allora, questo è il mese della salvezza, l’ultimo mese utile prima del debutto in spiaggia.
C’è chi ricorre alle lampade per evitare il drammatico effetto-latticino e sperare di riuscire a rendere meno doloroso l’impatto con lo specchio, tema del secondo modulo del percorso “Saziare la Bulimia LIGHT”. La cosa veramente drammatica non è il reale impatto che procureremo agli altri (credo che amici, conoscenti ed estranei abbiano tutt’altro a cui pensare che non alla nostra linea), ma quello che immaginiamo di noi, che non vedendoci, se non allo specchio, soffriamo alla memoria di quei rotolini che anni di sedentarietà hanno adagiato sui nostri fianchi.
A questo punto mi chiedo, ma chi ha inventato lo specchio?
Attenzione mamme a come trattate il vostro fisico. Alla base di molti problemi alimentari degli adolescenti c’è l’esempio familiare, il messaggio che soprattutto le “nutrici” trasmettono. Se siete una mamma “nutrice”, insieme ai pasti fate passare il messaggio che il cibo serve a sostenere il corpo non ad altro, e che soprattutto ciascuno ha le sue forme e che queste si adattano e sono quindi coerenti allo stile di vita che conduciamo.
Potremmo dire che ognuno ha “il corpo che gli serve”. Questa osservazione dovrebbe far maturare una sana accettazione di sé che può portarci a non perdere troppa “vita” davanti allo specchio e a vestirci con divertimento magari esaltando qualche nostra caratteristica fisica che ci piace di più o addirittura che ci piace di meno per tornare a creare una relazione con quella parte, reintegrarla dentro di noi e vivere, senza dover affrontarla, la stagione più “scoperta” dell’anno.
Semplice tornare in forma o vittima di un DCA?
Se l’intento è quello di superare la “prova costume” oppure quello di tornare nei jeans che indossavamo prima della gravidanza (e sono atteggiamenti che noi donne conosciamo bene), siamo nella normalità; ma se nonostante un dimagrimento visibile ad occhio nudo, che ci riporta al nostro peso forma, continuiamo imperterrite a desiderare di dimagrire, è probabile che siamo vittime di un DCA, un disturbo del comportamento alimentare (chiamati anche Disturbi Alimentari Psicogeni o DAP), una patologia riconoscibile da un rapporto non funzionale con il cibo, “usato” il più delle volte per esprimere una sofferenza interna (personale, familiare, sociale).
Per alcune persone indossare il costume è un problema che condanna alla rassegnazione; altre si preparano con attenzione, ed altre ancora sono indecise sul da farsi. Solo una minima parte non prenderà alcun accorgimento.
Dopo un anno speso tra sacrifici, allenamento e diete, è arrivato il momento della prova costume. Molte donne e qualche uomo temono il momento in cui lo specchio dirà tutta la verità sul proprio stato fisico ben 7 italiani su 10 hanno timore di non essere pronti per indossare il costume da bagno.
Bikini Blues
Secondo uno studio della Flinders University nel Sud Australia condotto su cento studentesse australiane, la prova costume indurrebbe un vero e proprio stato di disagio psicologico nella donna, chiamato Bikini Blues. La dottoressa Marika Tiggemann spiega questo fenomeno con uno sdoppiamento della mente dal corpo che tende ad auto analizzarsi come un oggetto. Una volta scisso diviene molto più facile renderlo bersaglio di critiche, magari accentuate da una bassa autostima. Questo processo chiamato auto-oggettivazione può portare ad una vera e propria dismorfofobia – paura che viene da una visione distorta del proprio corpo – e può far insorgere anche pericolosi disturbi alimentari come anoressia e/o bulimia.
“Il corpo è più difficile da nascondere a causa del caldo, vomitare diventa più sfiancante, ti senti morire.” – Testimonianza di Valentina che puoi ascoltare sul canale Telegram di Saziare la Bulimia.