HO PAURA DI CHIEDERE AIUTO

Ciao e benvenuta in questo blog, oggi, seguendo la scia dell’ultimo articolo vorrei parlarti dell’importanza di chiedere l’aiuto giusto.

Arriva quel momento oscuro…

Spesso la grande paura con la quale ci si deve confrontare è quella di non sapere a cosa si va incontro quando si comincia un percorso che sia di terapia che sia di coaching, o entrambi, nulla è predeterminato e nulla è sempre uguale. La paura e l’incertezza diventano, quindi, nemici importanti che ostacolano il passo coraggioso del chiedere aiuto. Possiamo riassumere alcune aree importanti da affrontare con nutrizionista, coach e psicoterapeuta in un percorso integrato e idoneo:

  • La regolazione del peso con il calcolo BMI, le variazioni fisiologiche del peso e il raggiungimento e mantenimento dell’obiettivo;
  • Le conseguenze delle abbuffate e di tutte le condotte compensatorie come anomalie di fluidi ed elettroliti, erosione dello smalto dentale, ciclo mestruale irregolare e poco controllo del senso di fame e sazietà etc;
  • L’inefficacia delle condotte utilizzate cercando di ridefinire delle false credenze che ci sono alla base come, ad esempio, la più comune credenza che l’utilizzo del vomito permetta di eliminare totalmente ciò che abbiamo mangiato, oppure che l’eccessivo esercizio fisico possa far bruciare più massa grassa etc;
  • I campanelli di allarme che fanno scattare certe condotte: molto importante risulta l’analisi delle aree del pensiero legate a specifici comportamenti, facendo attenzione a collegare le particolari emozioni che possono spaventare la persona ed indurla a mettere in atto determinati comportamenti lesivi;
  • La storia personale, da ripercorrere per cercare di ricostruire “il puzzle degli eventi”, le emozioni o i pensieri che ad un certo punto sono diventati disfunzionali nello sviluppo della persona.

Il comportamento è uno dei primi aspetti da affrontare, infatti restrizioni alimentari, condotte compensatorie, abbuffate non sono solo sintomi utili per riconoscere la presenza del disturbo ma sono elementi da contrastare, poiché non affrontandoli in modo prioritario si rischia di compromettere il percorso terapeutico; affrontare in maniera adeguata quest’area significa poter aiutare la persona a gestire meglio la situazione, fornendo tecniche e strategie utili per risolvere e bloccare i comportamenti perpetuati.

La qualità delle relazioni sociali è un altro fattore molto importante per il buon esito dei percorsi, cambiamenti importanti in alcuni settori della vita hanno spesso un ruolo molto importante nel mantenimento o meno del disturbo dell’alimentazione; spesso attraverso l’abbuffata o la restrizione si manifestano delle emozioni ritenute “pericolose” come la rabbia o la paura dell’abbandono, oppure richieste di aiuto legate a situazioni sociali che creano ansia. Lavorare sull’assertività e sulle abilità sociali spesso porta anche ad un miglioramento nei problemi dell’alimentazione.

Incoraggiare la persona a lavorare con strategie di problem solving in modo da programmare il comportamento da tenere in situazioni ritenute rischiose, soprattutto quando sono quotidiane, aiutarla a creare strategie alternative in modo da instaurare comportamenti difficilmente compatibili con l’assunzione disinibita di cibo risultano essere i passaggi più importanti. È necessario che la persona all’inizio del percorso adotti un comportamento alimentare pianificato, che esalti la capacità personale di mangiare senza la paura di perdere il controllo e inoltre senza farsi condizionare dagli stimoli interni come i propri pensieri o le proprie emozioni, o dagli stimoli esterni come le situazioni sociali che possono condurlo a comportamenti non salutari.

Attraverso l’acquisizione di un maggior controllo la persona sarà aiutata a confrontarsi con pasti equilibrati e quantità normali, riuscendo a cogliere i segnali biologici di fame e sazietà e potendo riscoprire i propri gusti, migliorando così il proprio assetto cognitivo, emozionale e comportamentale. (Tema che sto approfondendo e che mi sta portando a creare un percorso che ti presenterò nei prossimi mesi).

SARÒ ABBASTANZA DA CONTINUARE?

Non spaventatevi se vi capiterà di fare passi che percepite come un tornare indietro o se vi sentite demotivati o stanchi, la paura sarà vostra compagna, ma ricordate sempre che il cambiamento richiede tempo e costanza.

Prendetevi del tempo per sperimentare e imparare a distinguere la fame biologica, puoi leggere questo articolo che ho scritto tempo fa.

Dai vostri stati emotivi, a piccoli passi arriverete a decodificare il corpo, ad ascoltarlo e a credere in ciò che sentite, fidatevi del vostro corpo e cercate di comprendere le richieste che fa durante il giorno. Un passo importante è imparare a contrastare i falsi messaggi che ci arrivano sulla fame dedicando sempre meno tempo a preoccuparsi di cosa si mangia, di quanto e quando, questo ci aiuterà ad impiegare le energie in modo costruttivo per il nostro sviluppo.

L’autostima e l’autoefficacia sono molto importanti perché diventano basi fondamentali nella costruzione del percorso di sviluppo personale. Spesso una componente importante nel blocco diventa la paura del giudizio; essere giudicati fa parte della nostra vita e dei rapporti che abbiamo con gli altri; importante diventa, quindi, accettare idee diverse e imparare a gestire le nostre ansie rispetto al dover piacere a tutti ed essere sempre accettati.

Qui puoi leggere un altro articolo.

Tutti ci preoccupiamo di dire la cosa giusta al momento giusto, oppure di fare la cosa che ci rende più noti o apprezzati, ma mentre percorriamo questa strada ci accorgiamo, spesso, di aver perso tempo e di non aver vissuto il presente. Cercare di piacere a tutti è un’impresa fallimentare quindi dobbiamo scegliere tra le tante persone quella più importante: NOI; questo viene interpretato come egoismo ma in realtà non lo è, significa solamente essere soddisfatti di noi, piacerci e poter così ridimensionare l’importanza del giudizio dell’altro.

Molti racconti delle persone che soffrono di disturbi dell’alimentazione hanno come punto importante l’utilizzo del cibo per controllare emozioni altre; l’alimentazione diventa mezzo per avere potere su ciò in cui ci si sente fragili e diventa lo scettro per sentirsi all’altezza nell’affrontare determinate situazioni, è così che la delusione si trasforma in abbuffata, che la noia si trasforma in un’abbuffata, la paura, la rabbia si trasformano in abbuffata tutto è risolto con il cibo, ma dopo?

Dopo in realtà nulla si trasforma e così si cade in una sensazione di disperazione, una spirale di colpa e inadeguatezza che si cerca nuovamente di superare sempre utilizzando il cibo in modo restrittivo e così re-inizia il circolo infinito di sostituzione dei mezzi adeguati che in realtà sono sempre inadeguati.

La mia personale esperienza e i risultati di molte ricerche indicano che la bassa autostima è diffusa tra le persone con disturbi dell’alimentazione e che può precedere l’esordio del disturbo. Alcuni dati sottolineano come la bassa autostima sarebbe associata ad una scarsa risposta al trattamento. Di solito l’autostima viene comunque modificata attraverso i percorsi lavorando su pensieri e emozioni; tuttavia persone che presentano un’autostima molto bassa possono sforzarsi eccessivamente nel controllo della propria alimentazione, della forma corporea e del peso per raggiungere un “valore personale”: tali elementi rendono particolarmente difficile l’approccio al cambiamento per la poca disponibilità a modificare la dieta o l’esercizio fisico; la natura pervasiva della visione negativa su di sé di queste persone le porta a non vedere la prospettiva della guarigione.

Il lavoro sulla bassa autostima comincia con un’educazione personalizzata sui processi che la mantengono, aiutando la persona a riconoscere e correggere in tempo reale i processi che mantengono il modo in cui si valutano, permettendo loro di identificare nuovi aspetti della vita come aree dove impegnarsi.

Le distorsioni negative, quelle cioè che ci fanno vedere la realtà in termini sostanzialmente catastrofici possono produrre a lungo termine un abbassamento della stima di sé e conseguentemente ansia o abbassamento del tono dell’umore. Ciascuno di noi può imparare a migliorare il suo modo di valutare e interpretare la realtà. Con un po’ di pratica sul riconoscere e sostituire i pensieri potremmo costruire nuovi modi di pensare e parlare di noi stessi, condizione questa fondamentale per coltivare il nostro benessere psicologico. Noi interpretiamo gli eventi che ci accadono dando ad essi una connotazione negativa o positiva.

In sostanza il nostro benessere o malessere dipende anche molto da come ci poniamo nei confronti di ciò che ci accade.

I MIEI PERCORSI

L’esperienza quasi quinquennale con le numerose persone che si rivolgono a me, mi hanno permesso nel tempo di mettere a punto un percorso integrato di sedute con nutrizionista – naturopata e consulente nutrizionale, psicologa e psicoterapeuta.

Il supporto e la disponibilità totale permettono di creare una rete di donne che aiutano le donne che accompagna la persona nei piccoli – grandi passi che deve percorrere per riconquistare il proprio benessere psicofisico. Il lavoro integrato e fondamentale e permette di seguire e rispondere alle esigenze della persona a 360 gradi e di poterla supportare in ogni momento davanti alle difficoltà che incontra.

Vengono attivati inoltre gruppi di supporto e laboratori on line espressivi, e una volta all’anno dal vivo: Retreat di Felicemente IM – Perfetta.

Questo permette sia di poter acquisire ulteriori informazioni e fare delle domande a cui magari non si è avuta risposta, sia di aprire uno spazio di confronto che alle persone di motivarsi confrontandosi con altri che stanno affrontando un problema simile. In questo modo si crea una rete di sostegno e motivazione che supporta la persona e consente di valutare progressivamente i cambiamenti positivi.

Importanti sono anche le numerose iniziative nell’area del benessere psicologico idee che mi stanno portando a rimettere in campo la mia prima passione, il mio primo lavoro/amore: la cucina, ma ancora non posso dirti nulla, occhi aperti.

L’idea è di creare uno spazio appositamente costruito con diverse figure professionali, le persone possono mettersi a confronto approcciandosi al cibo in modo diverso, rilassato e gioviale, riscoprendo con maggiore consapevolezza il significato dell’alimentarsi e del “nutrirsi”, attraverso i 6 sensi.

IN CHE MODO POSSO ESSERTI D’AIUTO?

Se ti sembrano impegni poco facili da raggiungere o da iniziare, sappi che io sono qui, troverai solo persone preparate in ambito nutrizionale, naturopatico, in crescita personale, spirituale, sotto varie forme, yoga della Risata, musicoterapia, cristalloterapia, teatroterapia, mindfullcooking ed eating, pratiche di consapevolezza, movimento corporeo, formate specificatamente e disposte ad aiutarti ad intraprendere nuove abitudini per vivere meglio e più a lungo.

Sto cambiando profondamente il modo di offrire i miei servizi adeguandoci alle necessità dei nostri tempi per costruire giorno dopo giorno il tuo benessere.

Scrivimi su WhatsApp al numero +41 76 4250 579, compila il test se vuoi saperne di più sui miei servizi per una vita più sana e longeva.

Ricorda che non sei da sola!

A presto, Immacolata.

Condividi il mio articolo su: